LA COLLINA DEI PAPAVERI. (Kokuriko-zaka kara - 2011)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Goro Miyazaki
Storia di: Tetsuro Sayama
Sceneggiatura di: Hayao Miyazaki, Keiko Niwa
Prodotto da: Tetsuro Sayama, Toshio Suzuki, Chizuru Takahashi
Produzione: Studio Ghibli, Nippon Television Network, Dentsu, Hakuhodo DY Media Partners, Walt Disney Company, Mitsubishi, Toho Company, KDDI Corporation, The Yomiuri Shimbun, Lawson
Animazioni: Studio Ghibli
Distribuzione: Lucky Red
USCITA ITALIANA: 6 NOVEMBRE 2012
Il ritorno alla regia del figli del Maestro Hayao avviene cinque anni dopo la prima esperienza e, proprio come la prima, non si tratta di un opera originale ma la trasposizione del manga omonimo di Sayama; una storia semplice quanto intensa, ambientata in un Giappone di mezzo secolo fa.
Le vicende si svolgono un anno prima dei giochi olimpici di Tokyo, un momento di rinascita dell'intero paese dopo la grande guerra con tutti i suoi strascichi. Protagonisti sono Umi, una ragazza orfana di padre, morto in guerra, che diligentemente gestisce la casa di famiglia, trasformata in pensione, in assenza della madre, spesso fuori per lavoro, senza trascurare i suoi compiti di studentessa, e Shun, un suo coetaneo e compagno di scuola che scrive anche sul giornale scolastico. Insieme scopriranno di avere molte cose in comune.
Scemplice quanto magistralmente scritto, il film si presenta molto lineare ma con una storia ben congeniata, di cui si è occupato il Maestro Miyazaki in persona, con un crescendo di rivelazioni e azioni che guidano lo spettatore fino alla fine. I personaggi in particolare sono minuziosamente descritti e presentati sullo schermo, ben integrati in un mondo ancora semplice e pieno di tradizioni, ma ancora lontano dall'idea di metropoli, caos e cemento quali Yokohama e Tokyo oggi rappresentano. Una storia che sposta leggermente l'asticella alzando l'età dei protagonisti rispetto alle più classiche opere Ghibli. Un candido melodramma ricco di dettagli e, a detta dei suoi stessi autori, con ritratti di esperienze e pratiche che sono andate perdute nella vita contemporanea di tutti i giorni.
Un ritorno al passato anche a livello grafico, secondo la scelta degli autori, che hanno cercato di utilizzare i più classici stili di realizzazione a mano libera di disegni e animazioni, per mantenere intatta la visione storica dell'opera, con animazioni fluide, colori sgargianti luminosissimi e sfondi ed elementi fissi che sono dei veri e propri quadri realizzati con grande maestria. Una firma che cui gli studios, e in particolare i suoi fondatori, cercano di mantenere anche negli anni in cui la computer grafica primeggia sempre di più in questo settore.
Il lungometraggio è una visione consigliata che, specialmente al pubblico straniero, illustra un Giappone di una rara bellezza, non soltanto per gli splendidi scorci delle location, tra città e mare, ma anche per le personalità dei personaggi, usi e costumi di un popolo ben diversi da chi non abita in quelle terre. Gli eventi raccontati nel film, alla fine sembrano essere di contorno a tutta la storia, ma ben disegnano il quadro di un'intera nazione in quei delicati anni di ricostruzione.
La Collina dei Papaveri non sarà tra i migliori titoli prodotti dagli studios, ma è pur sempre un chiaro esempio del magistrale stile Ghibli che nessun fan può lasciarsi sfuggire.
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(Kokuriko-zaka kara - 2011)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Goro Miyazaki
Storia di:
Tetsuro Sayama
Sceneggiatura di:
Hayao Miyazaki, Keiko Niwa
Prodotto da:
Tetsuro Sayama, Toshio Suzuki, Chizuru Takahashi
Produzione:
Studio Ghibli, Nippon Television Network, Dentsu, Hakuhodo DY Media Partners, Walt Disney Company, Mitsubishi, Toho Company, KDDI Corporation, The Yomiuri Shimbun, Lawson
Animazioni:
Studio Ghibli
Distribuzione:
Lucky Red
USCITA ITALIANA: 6 NOVEMBRE 2012
Il ritorno alla regia del figli del Maestro Hayao avviene cinque anni dopo la prima esperienza e, proprio come la prima, non si tratta di un opera originale ma la trasposizione del manga omonimo di Sayama; una storia semplice quanto intensa, ambientata in un Giappone di mezzo secolo fa.
Le vicende si svolgono un anno prima dei giochi olimpici di Tokyo, un momento di rinascita dell'intero paese dopo la grande guerra con tutti i suoi strascichi. Protagonisti sono Umi, una ragazza orfana di padre, morto in guerra, che diligentemente gestisce la casa di famiglia, trasformata in pensione, in assenza della madre, spesso fuori per lavoro, senza trascurare i suoi compiti di studentessa, e Shun, un suo coetaneo e compagno di scuola che scrive anche sul giornale scolastico. Insieme scopriranno di avere molte cose in comune.
Scemplice quanto magistralmente scritto, il film si presenta molto lineare ma con una storia ben congeniata, di cui si è occupato il Maestro Miyazaki in persona, con un crescendo di rivelazioni e azioni che guidano lo spettatore fino alla fine. I personaggi in particolare sono minuziosamente descritti e presentati sullo schermo, ben integrati in un mondo ancora semplice e pieno di tradizioni, ma ancora lontano dall'idea di metropoli, caos e cemento quali Yokohama e Tokyo oggi rappresentano. Una storia che sposta leggermente l'asticella alzando l'età dei protagonisti rispetto alle più classiche opere Ghibli. Un candido melodramma ricco di dettagli e, a detta dei suoi stessi autori, con ritratti di esperienze e pratiche che sono andate perdute nella vita contemporanea di tutti i giorni.
Un ritorno al passato anche a livello grafico, secondo la scelta degli autori, che hanno cercato di utilizzare i più classici stili di realizzazione a mano libera di disegni e animazioni, per mantenere intatta la visione storica dell'opera, con animazioni fluide, colori sgargianti luminosissimi e sfondi ed elementi fissi che sono dei veri e propri quadri realizzati con grande maestria. Una firma che cui gli studios, e in particolare i suoi fondatori, cercano di mantenere anche negli anni in cui la computer grafica primeggia sempre di più in questo settore.
Il lungometraggio è una visione consigliata che, specialmente al pubblico straniero, illustra un Giappone di una rara bellezza, non soltanto per gli splendidi scorci delle location, tra città e mare, ma anche per le personalità dei personaggi, usi e costumi di un popolo ben diversi da chi non abita in quelle terre. Gli eventi raccontati nel film, alla fine sembrano essere di contorno a tutta la storia, ma ben disegnano il quadro di un'intera nazione in quei delicati anni di ricostruzione.
La Collina dei Papaveri non sarà tra i migliori titoli prodotti dagli studios, ma è pur sempre un chiaro esempio del magistrale stile Ghibli che nessun fan può lasciarsi sfuggire.